È ormai qualche settimana che abbiamo modificato drasticamente la nostra quotidianità: lavoro, riunioni, palestra, jogging, scuola, lezioni universitarie… tutto bloccato, annullato, rimandato. La maggior parte dei lavoratori, almeno coloro le cui mansioni possono essere svolte anche al di fuori del proprio ambiente lavorativo, si sono ritrovati in quella strana realtà dello “Smart Working”.
Strana perché fondamentalmente nei nostri contesti lavorativi non siamo abituati a lavorare con il nostro computer direttamente dal divano di casa e, magari, anche agli orari che più ci aggradano.
All’inizio tutto questo ci è parso meravigliosamente comodo e a tratti addirittura divertente: svegliarsi all’ultimo momento, non avere il problema del traffico per raggiungere l’ufficio, videoriunioni in camicia sopra e pantaloni da ginnastica sotto, fare pausa a propria discrezione e mangiare comodamente a casa propria evitando il solito pasto monoporzione cucinato la sera precedente.
La realtà dello Smart Working
Con il passare del tempo potremmo aver cominciato a vederla un po’ diversamente: stare a casa potrebbe invogliarci poco a lavorare, potremmo utilizzare il tempo a disposizione in modo disorganizzato, ritrovandoci a non avere più un confine tra il mondo lavorativo e la nostra sfera privata. E così ci troviamo a scrivere articoli con il bambino seduto sulle nostre gambe che preme tasti a caso, analizzare i dati con il piatto del pranzo accanto alla tastiera, fare assistenza clienti dal divano e inveire contro l’ennesima interferenza o blocco immagine della decima videoriunione della giornata.
Non ci sono più orari: finiamo per lavorare molto, troppo, trascorrendo l’intera giornata davanti al pc, o al contrario procrastiniamo ed arriviamo a fine giornata senza aver portato a termine tutte le nostre mansioni.
Così potremmo iniziare a sentirci frustrati, arrabbiati, annoiati, insofferenti di fronte a qualcosa che abbiamo sognato e cercato di promuovere fino a qualche settimana fa, invidiando il collega che era riuscito ad ottenere a fatica un giorno a settimana di telelavoro.
Come possiamo gestire al meglio lo Smart Working?
Se da una parte avremmo tanta voglia di rientrare nei nostri uffici e studi professionali, dall’altra dobbiamo metterci nell’ordine delle idee che questa situazione si protrarrà ancora per lungo tempo. Dobbiamo perciò trovare il modo di convivere con questa nuova modalità di lavoro. Ecco alcuni suggerimenti:
- Manteniamo le routine lavorative e personali: rispettiamo gli orari di risveglio, della pausa pranzo e di lavoro, la mattina prepariamoci come se dovessimo uscire, manteniamo gli impegni extra lavorativi (attività fisica, social, ecc…) per un momento successivo.
- Rispettiamo il nostro orario di lavoro: se dobbiamo svolgere le canoniche 8 ore, cerchiamo di rispettare l’orario d’ufficio, né più né meno. Cerchiamo di non procrastinare fino a sera quel noioso compito che il capo ci ha dato da fare. Oppure al contrario quando arriva il termine del nostro orario spegniamo il computer e tutto ciò che c’è da finire sarà rimandato al giorno successivo: non funziona così anche in ufficio?
- Non mescoliamo il tempo dedicato al lavoro con quello personale e familiare: una volta terminate le nostre ore, dedichiamoci a noi stessi e alla nostra famiglia.
- Lavorare da casa quando ci sono anche i propri figli può essere davvero molto complicato: i bambini, soprattutto quelli più piccoli, non comprendono il motivo per cui siamo a casa e non sono in grado di realizzare che anche se non siamo in ufficio dobbiamo comunque lavorare. Quindi ci cercheranno, vorranno giocare, ci metteranno di fronte le loro necessità. Dobbiamo perciò cercare di trovare uno spazio separato per lavorare nel modo più proficuo possibile. Mettiamoci d’accordo con il nostro partner per lavorare a turno, in modo che uno possa stare con i bambini mentre l’altro lavora e viceversa.
- Cerchiamo di non farci distrarre da tutto ciò che abbiamo in casa (frigorifero compreso!): telefonate, social, giornali, giochi… Lasciamo tutto da parte fino a quando non abbiamo finito di lavorare, così come avremmo dovuto fare durante una normale giornata in ufficio.
- Dedichiamo al lavoro uno spazio ben preciso della casa: non usiamo il tavolo della cucina per lavorare, non facciamo del divano il nostro nuovo ufficio, se abbiamo una stanza in più sfruttiamola per crearne uno temporaneo, in modo da tenere separati il mondo lavorativo e quello di vita personale. Ovviamente potrebbe non essere così facile per chi vive in un monolocale o in un miniappartamento: anche in questo caso però cercate di creare un piccolo angolo della casa dedicato esclusivamente all’attività lavorativa.
- Pianifichiamo le attività in modo concreto: crearsi degli schemi di lavoro, con l’assegnazione di priorità può essere un modo utile per sfruttare al meglio il proprio tempo.
- Manteniamo uno stile di vita sano in termini di sonno, alimentazione, attività fisica, relazioni sociali virtuali.
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06 aprile 2020