Uno studio pilota, coordinato da Joel Voss, della Northwestern University Feinberg School of Medicine di Chicago e pubblicato sulla rivista Neurology, ha mostrato gli effetti positivi della stimolazione cerebrale non invasiva (TMS).
La TMS, già utilizzata negli Stati Uniti per il trattamento della depressione, è stata applicata nell’area dell’ippocampo per 5 giorni consecutivi, mostrando come sia in grado di migliorare le abilità di memoria.
Lo studio ha visto coinvolti anziani, di età compresa tra 64 e 80 anni, che mostravano alcune difficoltà in test specifici per la valutazione della memoria.
Al termine della sperimentazione le loro abilità erano paragonabili a quelle di soggetti giovani.
Purtroppo l’effetto di questa stimolazione è temporaneo, svanisce con il tempo: l’obiettivo è quello di rendere permanenti i benefici di una metodica così utile e non invasiva.